La squadra di pallacanestro Ostia Warriors è una nuova realtà nel mondo dello sport e della solidarietà italiana. Nata a Giugno 2019 e composta da giocatori professionisti e semi-professionisti del basket, provenienti da diverse squadre italiane ma tutti originari di Ostia (Roma), si adopera per eventi di solidarietà a favore di cause sociali. Il loro debutto a luglio di quest’anno al PalaAssobalneari di Ostia ha ottenuto grandi apprezzamenti negli ambienti dello sport e solidarietà, temi per cui si prodigano.
Con questa rubrica vogliamo entrare un po’ di più nel mondo di questa nuova realtà sportiva e sociale che ha tanto da dire e da fare, intervistando le varie individualità che la compongono. In questa quinta puntata, abbiamo intervistato Simone Manzo, play classe 1998, attualmente in forza all’Albano Basket Club, formazione di C Gold Lazio, dopo aver cominciato la stagione in Serie B (Girone D) con la BPC Virtus Cassino. Cresciuto nel vivaio dell’Alfa Omega Ostia, disputandovi anche due stagioni in C Gold, Manzo veste poi la maglia del Basket Scauri in Serie B (2017/18), mentre nel 2018/19 ha indossato le casacche di Scandiano prima e Domodossola poi.
Simone, in questo momento di isolamento e di emergenza da coronavirus come vivi il tuo tempo da atleta?
“Rimanendo a casa, ovviamente, e osservando la quarantena. Fortunatamente sono riuscito ad organizzarmi in tempo con una serie di attrezzi e pesi e avendo un bel balcone lo spazio non mi manca per allenarmi in questi pomeriggi di isolamento. Fermi non si può stare, ma sempre nel rispetto dei decreti e della salute nostra e altrui“.
Con la società e con la squadra siete in contatto?
“Si, certo. La società si interessa a noi, chiede spesso come stiamo. A noi atleti è stato fornito un programma di allenamento da seguire, ovviamente nei limiti imposti dalle disposizioni governative. Speriamo tutti in un ritorno alla normalità e a una ripresa dei campionati“.
Simone, sei parte del progetto Ostia Warriors fin dagli inizi. Raccontaci come è andata.
“Quando sono stato convocato l’estate scorsa mi ha fatto molto piacere, in primis perché giocare e fare cose per beneficenza è una causa bellissima. Ma anche perché, essendo il più giovane tra tutti i giocatori, mi ha molto gratificato essere messo in un contesto così importante“.
Visione positiva, sia personale che professionale, quindi?
“Assolutamente si. È un onore contribuire ad aiutare cause importantissime di cui, prima del progetto, noi di sicuro non eravamo neanche a conoscenza. Per me è stato un motivo di orgoglio personale e mi ha anche dato un senso di responsabilità, perché non tutti gli atleti si trovano in un progetto del genere con uno scopo così importante. Poi in aggiunta al contesto che ho già detto, mi ha fatto ancora più piacere ritrovarmi con giocatori con cui mi conosco bene, sia dal punto di vista del basket che da quello personale. È un bel gruppo.
Dal punto di vista cestistico, posso dire che quando ci si riunisce ti rendi conto del valore atletico che è a due passi da te. Di solito non ci facciamo caso, visto che per campionati e carriera ci sperdiamo per l’Italia. Se si avesse la possibilità di essere una squadra non solo per beneficenza, potremmo davvero fare un bellissimo campionato con tutto il talento che è concentrato negli Ostia Warriors“.
Quale è il tuo valore aggiunto al progetto Ostia Warriors?
“In ambito personale, sono uno che a questo tipo di iniziative si lega e ci tiene molto. Mi piace aiutare la gente in genere e in questo ambito mi sento ancora più motivato. In ambito cestistico, preferisco farlo dire agli altri. Ma per me è una esperienza interessante e importante, conoscendo il valore degli altri giocatori“.
Simone, definisciti come atleta.
“Volenteroso. Una cosa che mi ha sempre caratterizzato è la gran buona volontà. Poi, forse anche l’intensità e l’aggressività in campo in qualunque squadra abbia giocato. Una qualità che ho migliorato negli ultimi anni e sulla quale lavoro costantemente è la capacità di leggere il gioco, nella gestione della partita e della squadra. Le esperienze in varie categorie mi hanno molto formato“.
Di recente hai deciso di cambiare categoria, dalla B alla C Gold. Raccontaci.
“Diciamo che nella mia vita, sebbene sia ancora molto giovane, sono arrivato ad un punto in cui ho capito che bisognava pensare anche più concretamente al futuro e non solo a giocare a basket. Voglio costruire la mia vita anche su altro e intraprendere altre strade a parte giocare a basket a un buon livello.
Mettici anche che nella scorsa stagione ho avuto qualche problema in famiglia che mi fatto ritornare a casa. Poi, mi sono rotto una mano e sono stato fermo tra operazione e riabilitazione 6 mesi circa. Insomma, ho avuto tempo per pensare a quello che voglio fare in futuro e quindi ho fatto un passo indietro a livello cestistico per dedicarmi ai miei progetti personali, giocando a basket a livello semi-professionistico“.
La tua opinione sulla stagione dell’Albano e sulla tua stagione agonistica?
“Il campionato dell’Albano già prima che arrivassi io in squadra era caratterizzato da alti e bassi. Mi hanno chiamato ad entrare nel roster perché avevano bisogno di rinforzare la squadra per puntare alla salvezza. Un programma impegnativo, visto che da subito il calendario aveva in programma una serie di partite contro squadre molto scafate. Nonostante ciò abbiamo giocato bene e abbiamo sfiorato più di una volta la vittoria. Sono convinto che la squadra ci sia e si può riuscire nell’impresa.
Le caratteristiche tecniche ci sono. Per quanto mi riguarda, mi sono appena inserito, ma mi sto trovando bene con l’allenatore e con la squadra. Certo il calendario, come dicevo, non è stato d’aiuto e non è un solo giocatore che ti cambia il quadro, quindi abbiamo affrontato partite molto toste. Sicuramente, sto apprezzando i ritmi più “liberi” della C Gold senza perdere la voglia e il divertimento di giocare ad uno sport bellissimo“.
Si ringraziano per la disponibilità Simone Manzo e la società Albano Basket Club. Foto a cura di Rossella De Maria, Team Manager & Founder degli Ostia Warriors.