La situazione del basket italiano, tra stop forzato causa pandemia e propositi e progetti di ripartenza, è stata oggetto dell’intervento di Giuseppe Poeta, capitano della Pallacanestro Reggiana, nella trasmissione ‘Basket dalla Media‘, condotta da Marco Barzizza.
“Come dovrà ripartire il basket? Sinceramente non lo so di preciso, ma spero con le idee” – spiega Poeta – “Bisogna progettare il tutto in maniera diversa, esplorando quello che oggi non si riesce a fare con i diritti TV. Dobbiamo mettere in risalto il prodotto di qualità che è il nostro basket, esaltandone i pregi e limitandone i difetti. A questo proposito, credo sia giusto imitare i format e i modelli che funzionano, come quello della Liga ACB, ad oggi il campionato migliore in Europa“.
“In Spagna hanno migliorato le strutture, dato attenzione alle famiglie e diffuso il basket nelle scuole” – prosegue – “Facciamo anche noi tutte queste cose. Reclutiamo i giovani alti che ci rubano il volley ed altri sport, esaltiamo prodotti come i Playoff e la Coppa Italia, oltre a stelle come Teodosic e Rodriguez. Come in Spagna hanno la rivalità tra Real Madrid e Barcellona, noi possiamo avere quella tra Olimpia Milano e Virtus Bologna“.
Su come stia passando la quarantena, Poeta è schietto: “Alla mia età, se non resto tonico comincerei a rotolare, altro che correre. Quindi mi alleno, vedo qualche clinic di allenatori per rimanere sul pezzo, anche se una volta smesso non credo continuerò. Ah, e studio finanza, dato che è un argomento che mi affascina da sempre“.
Uno degli argomenti più dibattuti in questi ultimi tempi è l’introduzione di un tetto agli stranieri in ogni roster, come accadeva in passato: “Bisognerà vedere quali restrizioni ci saranno e, ad esempio, si potrebbe puntare su giovani europei di paesi come la Serbia o quelli baltici” – commenta il nativo di Battipaglia, Salerno – “Al giorno d’oggi è normale che un italiano che esce dalle giovanili sia meno abituato a certi livelli rispetto ad un giovane americano che esce dal college, e se fossi l’allenatore sceglierei sempre il secondo“.
“Bisogna dare alle società la possibilità di programmare e la Lega dovrebbe avere due obiettivi: il primo vendere meglio il prodotto e solidificarsi, evitando che ogni due anni scompaia una società; quindi incrementare i controlli e mettere paletti importanti dal punto di vista finanziario“, continua Poeta, che parla anche del progetto “Club Italia”, ipotizzato alla Vanoli Cremona: “Ben vengano idee simili, possono essere cavalcate. Penso sia un’idea fattibile e sostenibile, che potrebbe anche attrarre sponsor importanti. Ci sono tanti giocatori italiani bravi in giro e gli va dato spazio, responsabilità e margini d’errore“.
Poeta, infine, azzarda un pronostico sulla corsa Scudetto se il campionato fosse stato concluso anziché definitivamente sospeso: “Penso che la Virtus avrebbe avuto delle chance in più rispetto alla concorrenza. Aveva gerarchie, un gruppo solido, il fattore campo che a Bologna è sempre importante, oltre a gente come Teodosic e Markovic che ha già vinto tanto in carriera. Milano, dal canto suo, ha sicuramente un roster più profondo. Penso che la finale tra queste due sarebbe stata la più probabile, ma non dimentico la forza di squadre come Sassari e Venezia, che avrebbero sicuramente potuto dire la loro“.