Con i campionati fermi, i ragionamenti dei vertici del nostro basket sono concentrati su due aspetti principalmente: il lato economico della crisi provocata dal COVID-19 e il come ripartire il prossimo autunno, nel senso del format della Serie A (e non solo).
Se su quest’ultimo punto le proposte sono varie, l’unica certezza pare essere il dover giocare almeno l’inizio della stagione 2020/21 a porte chiuse. Non conoscendo l’evoluzione dell’emergenza sanitaria nelle prossime settimane (e chiaramente nei mesi estivi), temendo (a torto o a ragione) un palesarsi di una seconda ondata di contagi con l’approssimarsi dell’autunno, il Governo progetta stando alle indiscrezioni di imporre per un periodo le porte chiuse allo sport.
Una misura che potrebbe sussistere fino a fine 2020 o, secondo alcuni, addirittura fino a fine marzo 2021. Antonio Bulgheroni, dirigente della Pallacanestro Varese, si dice assolutamente contrario a quest’ipotesi: “Partendo dal presupposto che bisognerà comunque valutare con che tempi e in che modi si potrà tornare a giocare, io sono totalmente contrario alle porte chiuse“, spiega Bulgheroni a La Prealpina.
“Stare senza basket fino a gennaio sembra una follia, ma se avessi la possibilità di scegliere tra il riprendere a giocare a settembre, ma senza pubblico nei primi quattro mesi del 2020/21, e il dover attendere gennaio 2021, ma in questo caso con la gente sugli spalti, senza dubbio opterei per la seconda opzione“, continua.
“Ovvio che, in quel caso, bisognerebbe adottare le opportune strategie regolamentari per un campionato chiaramente diverso da quello al quale siamo abituati, ma ci si adatterebbe“, conclude Bulgheroni, che poi rassicura i fan di Varese: “Detto ciò, in linea di principio la Pallacanestro Varese ci sarà nella prossima stagione“.