È una settimana dolcissima quella che stanno vivendo Cantù e i canturini, con il trionfo nel derby contro una storica rivale, Varese. Il successo di domenica scorsa in casa della Openjobmetis ha dato una ulteriore iniezione di fiducia alla compagine allenata da coach Cesare Pancotto, reduce, dopo la vittoria anche contro Pesaro della domenica prima, da due affermazioni consecutive in LBA.
Imponendosi nella “Città Giardino”, l’Acqua S.Bernardo ha tra le altre cose stracciato anche un fastidioso tabù: i brianzoli, infatti, non espugnavano il campo di Varese dal dicembre del 2016, quasi quattro anni. Un successo per certi versi del tutto inaspettato se considerata la pesante assenza di un titolare del calibro di Jaime Smith che, peraltro, sarà costretto a saltare anche il prossimo impegno di campionato per la positività al Covid19.
L’avversaria di turno sarà nientepopodimeno che l’Umana Reyer Venezia, squadra capace, in soli tre anni, di vincere due scudetti, una Fiba Europe Cup e una Coppa Italia. Di fatto, con la sospensione della scorsa stagione di Serie A, i veneti sono tuttora la formazione campione d’Italia in carica, quindi team di cui avere grande rispetto. L’assenza di Smith potrebbe costringere coach Pancotto a chiedere nuovamente gli straordinari ad Andrea La Torre nel ruolo di regista, impiegato contro Varese nell’inedito ruolo di secondo playmaker, dietro a Jazz Johnson, così da far rifiatare per qualche minuto l’esterno americano, vero sostituto di Smith. Posizione inedita, però, fino a un certo punto, perché in passato il
capitano canturino ha talvolta fatto anche il playmaker, salvo poi spostarsi più internamente per occupare entrambe le posizioni di ala, costruendosi in seguito una solida carriera in Serie A.
Tuttavia, la Reyer non arriva di certo nel momento migliore possibile per Cantù: tanta, infatti, sarà la voglia di rivalsa dei lagunari dopo la sorprendente sconfitta casalinga nello scorso turno contro la meno quotata VL Pesaro, autrice, però, di una clamorosa performance di squadra che gli è valsa la meritata vittoria. Una batosta, 72 a 90 il finale, da cui vorranno sicuramente rifarsi Stefano Tonut (il migliore dei suoi con 17 punti) e compagni, che contro Pesaro, a eccezione del primo quarto, hanno sempre dovuto
rincorrere l’avversaria, trascinata dai 22 punti di Frantz Massenat e dai 23 di Marko Filipovity.
IL ROSTER DI VENEZIA
Walter De Raffaele, in Reyer dal lontano 2011 (come assistente prima e come capo allenatore poi, dal 2016), può contare su un roster davvero infinito che si diversifica molto grazie a una serie di valide alternative, che consentono all’Umana di proporre schieramenti spesso imprevedibili perché piccoli e veloci ma, cosa più importante, sempre di altissimo livello, con poca differenza tra titolari e riserve.
Quintetto titolare orogranata difficile da identificare, se non impossibile: Julian Stone, ad esempio, pur partendo spesso dalla panchina, è ampiamente il playmaker di riferimento della squadra, per esperienza, capacità tecniche e abnegazione difensiva, che lo contraddistinguano dai suoi pari ruoli in LBA.
Pochi punti ma tanta sostanza a rimbalzo, negli assist e, appunto, in difesa, qualità che si aggiungono a un raro altruismo; il classe ’88 è uno dei fedelissimi di coach De Raffaele, cosiccome l’americano
naturalizzato greco Michael Bramos, 33 anni, capitano e leader della squadra. A Venezia dal 2015, l’ex Panathinaikos è l’uomo degli ultimi possessi, capace da un momento all’altro di ribaltare qualsiasi
svantaggio, con assoluta precisione, personalità e un incredibile sangue freddo. L’ala nativa del Michigan parte spesso dalla panchina – salvo poi concludere le partite per i motivi sopracitati – per lasciare spazio a Jeremy Chappell, ex capitano canturino al secondo anno in laguna; o, in alternativa, a uno tra Bruno
Cerella (alla quarta stagione in Veneto) e Tonut, di ruolo guardia pura, ma in alcuni frangenti utilizzato da De Raffaele anche come ala piccola, proprio per cavalcare quintetti più dinamici. Un’altra “finta” riserva è Austin Daye, talento purissimo, tra giocatori più forti del campionato per distacco. È un “quattro” micidiale, cinico da oltre l’arco ma forte anche spalle a canestro, non tanto per il fisico –
piuttosto esile nonostante i 211 centimetri – bensì per le sue finte improvvise, frutto di rapidità nelle gambe e di una grande maestria nell’utilizzo del piede perno, che lo rende tra i migliori della LBA
nell’eseguire uno step-back o un qualsiasi tiro in sospensione. Impattante almeno quasi quanto Daye è anche Mitchell Watt, centro dell’Arizona, classe ‘89, il quale, però, parte spessissimo in quintetto
titolare. Il suo cambio naturale è il colosso sloveno, di 33 anni, Gasper Vidmar, tra i più esperti della Reyer in campo internazionale. Sul suo curriculum più di 100 presenze in EuroLeague e una medaglia d’oro agli Europei del 2017. Tra i lunghi spiccano i profili di Isaac Fotu, ala-centro britannica ma colonna
della Nazionale neozelandese, reduce da una prima stagione in Italia con i colori di Treviso molto convincente. Alla Reyer si gioca forse la chance della carriera. L’altro lungo, che può giostrare tra lo spot
di ala grande e all’occorrenza quello di centro, è il ferrarese Valerio Mazzola, 32 anni, alla terza stagione consecutiva in Veneto. Essendo dotato di un buon tiro da tre, garantisce alla causa pericolosità e
affidabilità sul perimetro. Chiudono il roster gli esterni Davide Casarin – figlio del presidente, talento classe 2003 – e l’esperto Lorenzo D’Ercole. Tiratore di striscia, classe ’88, D’Ercole si ritrova nuovamente in una big del campionato dopo il biennio ad Avellino, intervallato dalla parentesi in quel di Pistoia, squadra della sua città natale.
INFO GENERALI E PRECEDENTI
Quella tra Pallacanestro Cantù e Reyer Venezia, in campo al “PalaDesio” domenica 18 ottobre alle ore 18:00, sarà la sfida numero 88 tra le due formazioni. Il bilancio delle vittorie pende ampiamente a favore dei canturini, avanti con 56 successi contro i 31 dei lagunari. L’ultimo confronto tra le due squadre, che è anche l’ultimo confronto disputato in terra brianzola, ha visto trionfare i biancoblù per 81 a 77. Era il 2 febbraio del 2020, partita poi passata alla storia per due motivi diametralmente opposti: il primo legato
all’esplosione di Gabriele Procida, il quale, neppure 18enne, realizzò i suoi primi punti in Serie A, stupendo tutti con tre “bombe” consecutive; il secondo motivo, invece, è che quella fu l’ultima gara che Cantù giocò in casa prima della sospensione definitiva del campionato per l’emergenza Covid-19.