Anche Cantù passa contro Pesaro, chiudendo in bellezza il 2019. Cesare Pancotto, allenatore bianco-azzurro ha analizzato in questo modo i due punti conquistati:
«Prima di andare a giocare a Trieste avevamo ancora quattro partite del girone di andata, di cui tre in trasferta, che avrebbero potuto segnare il nostro campionato e, il fatto di averne già giocate e vinte due, avendo avuto un impatto così positivo, deve creare in noi la giusta fiducia ma, al contempo, non deve cambiare il nostro obiettivo, che è e resta la permanenza in Serie A. Il fatto che, al momento, abbiamo vinto più partite in trasferta che in casa significa che la squadra ha un ottimo atteggiamento e una durezza mentale, tali da riuscire a colmare dei gap e giocare i propri obiettivi».
«Questa sera siamo riusciti a conquistare il ritmo della gara. Temevamo la capacità offensiva di Pesaro che, con grande atletismo, corre per tutto il campo. Al contrario, siamo riusciti subito a impattare e giocare bene, così come in difesa. Ciononostante la squadra necessità anche di qualche “sculacciata”, perché non possiamo permetterci certe amnesie difensive a rimbalzo. Così come contropiedi dannosi e pericolosi evitabili, nati dopo palle perse altrettanto evitabili. Nonché tiri aperti lasciati agli avversari senza la giusta attenzione. Sottolineare queste sbavature, non vuol dire “trovare le pulci” ma tentare di dare una guida precisa a una squadra giovane, che deve ancora migliorare molto in alcune cose».