In americano si dice “focused”: in italiano si può tradurre focalizzato o concentrato, anche se il termine nostrano non rende bene l’idea di quello che si vuole trasmettere. Per capirlo, bisogna ascoltare ed osservare Maurice “MO” Watson JR (ricordarsi sempre di specificare il JR perché, come dice lui sono fiero di avere il nome di mio padre, però io sono un’altra persona). Sguardo fisso e spirito giocoso, di chi sa che ha una bella opportunità da potere cogliere per farsi strada nei campionati di alto livello. È arrivato a Forlì dopo essere stato il miglior playmaker del campionato olandese ed il miglior passatore della Fiba Europe Cup, ed è pronto a cominciare la sua avventura con la maglia biancorossa.
Maurice è stato accolto da Claudio Bellini, titolare di Edil Esterni, che ha voluto specificare come il sodalizio tra la sua azienda e la Pallacanestro 2.015 vada avanti “perché c’è una Società seria ed io sono orgoglioso di collaborare con loro. La bellezza di una piazza come Forlì, e parlo proprio per esperienza personale, è che prima di essere partner, sono un tifoso di questa squadra. E mi fa piacere ospitare la presentazione di Maurice”.
Ad introdurlo, il Presidente della Pallacanestro 2.015, Giancarlo Nicosanti: “Maurice è il nostro numero 10 ed è la mente della squadra. L’approccio che ha avuto una volta sceso dall’aereo dimostra quanto ci tiene e dimostra la serietà del giocatore: appena arrivato ha chiesto se poteva usare l’Unieuro Arena per allenarsi, e durante questi primi giorni di lavoro è assolutamente esemplare. Siamo felici di averlo qui, e sono convinto che sulle sue spalle poggeranno tanti dei successi del nostro anno”.
Dopo averlo inseguito per due mesi, il GM Renato Pasquali ha voluto raccontare un aneddoto sull’arrivo di “Mo”: “In giugno gli ho scritto su Facebook: quel messaggio non ha mai ricevuta una risposta. Però Maurice mi ha svelato di averlo letto dopo avere firmato il contratto con noi, e mi ha ringraziato perché lo abbiamo aspettato. Il ragazzo ha grandi ambizioni e grandi aspettative, vogliamo che sia il go-to-guy del quale la squadra ha bisogno. In allenamento è positivo, comunica con tutti e vive la squadra al cento per cento, e questo è un aspetto fondamentale per il bene di tutti”.
Parola poi a Maurice: “Forlì per me è una grande opportunità. La pallacanestro è una parte fondamentale della mia vita, e penso che il successo dei miei compagni sia il mio successo, non viceversa. Da quando sono arrivato in Italia l’unica cosa che ho pensato è dare il massimo per questa squadra, e cercherò sempre di essere il più positivo possibile per i miei compagni”. Grande passatore, lo dice la sua storia. E per lui il concetto di assist è molto chiaro: “Cerco di mettere i miei compagni in ritmo, nella posizione ideale per prendersi un tiro. E poi sono felice quando faccio un assist, è come se avessi fatto canestro io”. Maurice svela anche il perché del numero 10: “Avevo il 3 per Allen Iverson, poi ho scelto l’11 per avere una mia identità. Quando ero al College però il mio miglior amico venne ucciso: lui indossava il 10 e da quel momento lo vesto per lui. L’ho anche tatuato sul petto, tutti devono vederlo anche quando gioco”.
Ad accogliere Watson in città, anche l’assessore alle politiche giovanili, Paola Casara: “A nome della città, do il benvenuto a Maurice. L’amministrazione sarà sempre al fianco della Pallacanestro 2.015 e penso che questo potrà davvero essere un anno importante anche per i tifosi che sosteranno costantemente questi ragazzi.”
Il numero 10 sulle spalle, la concentrazione ed il sorriso, la voglia di trascinare il pubblico: Mo è arrivato a Forlì e non vede l’ora di iniziare. Ed è già focused, statene certi.