19 su 21, primo posto e Finali di Coppa. Sinceramente, quanto ti aspettavi questi risultati e quanto però ci speravi?
“Quando si inizia una stagione l’obiettivo è sempre quello di raggiungere il massimo traguardo possibile e il lavoro certosino fatto con il coach e con Filippo in estate ha dato i suoi frutti in autunno , grazie al lavoro e alla dedizione di tutti i componenti dello staff . Ci credevo, ci credevamo ora la parola d’ordine è guardare avanti partita dopo partita senza mollare di un solo centimetro.”
Alla terza partecipazione alle Final Eight, qual è a livello mediatico e di immagine l’impatto che si ha in una realtà come Palestrina?
“Palestrina è una piccola cittadina , troppo vicina a Roma per poter brillare di luce propria e allora un occasione come la Final eight dovrà e potrà portare la città della Dea Fortuna alla ribalta nazionale non solo per la squadra di Basket , ma la squadra stessa dovrà trasformarsi in un veicolo pubblicitario turistico e far si che l’Italia intera scopra le bellezze storiche e artistiche della nostra bella e antica Praeneste, perché succeda tutto ciò chiediamo a questo gruppo di arrivare il più lontano possibile.”
A proposito di realtà, come è lavorare per Palestrina dove si è nati? Esistono anche delle “contro-indicazioni”? Quali sono i punti di forza dell’ambiente e quelli che, magari, vorresti si migliorassero?
“Voglio subito chiarire una cosa, io non lavoro per la Pallacanestro Palestrina, io sono un tifoso, uno dei tanti tifosi della Pallacanestro Palestrina, ho avuto solo la fortuna di far parte del gruppo di lavoro della famiglia Cilia, di aver accettato e di condividere insieme a Giuseppe a Fabiola e Sarah questa esperienza oramai vecchia già di 9 anni. Quando sei tifoso non esistono controindicazioni, le cose si fanno con il cuore e con tanta passione solo così arrivano poi i risultati. Palestrina è come tutte le piazze storiche italiane molto esigente ma ho testato sulla mia pelle e che se alla fine si giocano sempre campionati di vertice pur cambiando spesso i protagonisti , la piazza stessa perdona tutto. Miglioramenti? Mah sono sincero nessuno siamo quasi perfetti cosi come siamo adesso anche se in tutti i settori bisogna sempre lavorare per crescere e mai sedersi sui risultati ottenuti.”
Il basket si evolve, ma la tradizione di Palestrina resta. In città, e non solo, è lecito chiedersi: cosa bisogna attendersi per il basket prenestino tra qualche anno?
“Seguo da tifoso la Pallacanestro Palestrina dai primi anni 70 e di strada ne è stata fatta tantissima, ogni protagonista in campo e fuori in questi 50 anni ha messo una sua firma sui successi futuri di questo club, hanno firmato la crescita i giocatori , gli allenatori, gli accompagnatori e sopratutto hanno messo dei tasselli importanti per la crescita i dirigenti e i presidenti di questo sodalizio , ecco mi auguro che nel futuro il lavoro di tutte queste persone continui ad essere valorizzato tenendo alto il nome di Palestrina in campo nazionale come succede ora e mi auguro che il tifoso della Pallacanestro Palestrina sappia sempre più sostenere i propri colori rispettando l’avversario e riconoscendone anche i meriti quando si uscirà sconfitti.”