Sono tempi duri per tutte le realtà della pallacanestro italiana, a partire da quelle di Serie A fino alla società di Serie C e non solo, che saranno con ogni probabilità le più colpite dall’emergenza Coronavirus. Dagli effetti del Covid-19 alla ripresa dei campionati, con un focus sulla Serie C, fino al futuro: intervista esclusiva ad Aldo Filippi, giocatore dell’ASD Pallacanestro Salerno.
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Come stai vivendo la quarantena? Ti alleni ancora regolarmente? “Sinceramente non mi sto allenando, perché personalmente non mi piace molto fare allenamento a corpo libero. Però dopo l’ultimo decreto emanato dal governo andrò a correre un po’, giusto per impegnare la giornata oltre a serie TV e stare con la famiglia. Abbiamo la fortuna di essere in 8 e in qualche modo la giornata passa“.
Un commento sull’annullamento della stagione: “Di sicuro l’interruzione era d’obbligo, dato che si sono fermate anche Serie A e A2. Sicuramente per quanto riguarda me e la Pallacanestro Salerno è stato un enorme danno, perché avevamo trovato la giusta quadratura e saremmo potuti arrivare fino in fondo per dire la nostra. C’è molto rammarico, ma la salute viene prima di tutto. Meglio stare bene e riprovarci negli anni a venire che stare male e addirittura non poterci nemmeno riprovare”
Sul tema iscrizioni ai prossimi campionati: “Purtroppo alcune società avranno molte difficoltà ad iscriversi. Soprattutto in Serie C ci sono squadre che sopravvivono grazie agli sponsor e con l’inevitabile crisi economica presente e futura è una cosa che succederà sicuramente. Penso che se non vogliono che il movimento finisca, la FIP dovrà dare degli aiuti a tutte le società affinché si possa tornare a disputare i campionati“.
Qual è la tua ‘ricetta’ per la ripartenza? “All’inizio secondo me le porte chiuse potrebbero essere una soluzione importante, almeno fin quando non si trova il vaccino o altre soluzioni. Mi sembra giusto iniziare con le porte chiuse per poi valutare nell’anno nuovo se riaprire i palazzetti al pubblico. Però ti ripeto, la maggior parte della responsabilità è della FIP, che deve dare segnali di vicinanza alle società, soprattutto di C, che hanno piccole risorse rispetto alle squadre di A e A2. Quindi credo che almeno inizialmente le porte chiuse siano la soluzione migliore per la ripresa della pallacanestro ma anche di altri sport. Poi si valuterà gradualmente l’eventuale riapertura“.
Focus, infine, sul futuro. Sei già stato contattato da altre squadre? “Sinceramente non sto pensando molto al mio futuro, in questo periodo come già detto la salute è prioritaria. Per il momento non c’è stata nessuna chiamata e non ti saprei dire che cosa potrà succedere. Quello che mi auguro è che si risolva prima questa situazione, poi quando si ritornerà a giocare farò le mie scelte. Anche perché penso che in questo momento le società stiano pensando a come recuperare almeno una parte dei soldi investiti per questa stagione, e non al futuro. Prima usciamo definitivamente da questa situazione e prima possiamo pensare alla pallacanestro e a tante altre cose“.