Schiacciante la sconfitta di Pesaro difronte a Brescia. Una partita senza storia conclusa 101 a 74.
Ecco le parole dei due allenatori al termine del match:
Federico Perego (coach Pesaro): “Sfida impari in campo, con Brescia che è stata molto seria nel giocare una partita vera e a fare quello che doveva. Noi non avevamo le armi per rispondere. Unico appunto che faccio ai miei è l’approccio, che non è stato cattivo fin dall’inizio. Comunque siamo andati sotto fisicamente, non avendo mismatch favorevoli. Siamo nel punto più basso ma siamo in un percorso di crescita, sappiamo che abbiamo buttato via qualche occasione e quindi dobbiamo aver fiducia e andare avanti. Infortuni? Lo staff sta lavorando al massimo e speriamo di avere i nostri lunghi già con Cremona, soprattutto Chapman. I dottori però non sono maghi quindi non so dare un tempo di recupero preciso. Miaschi? Ha la caviglia molto gonfia e dovremo fare ulteriori valutazioni. Lui è molto importante come tutti in questa situazione, che è causata anche da questi infortuni che non sono controllabili. Quindi poche parole, dobbiamo scendere con le fionde e dobbiamo colpire con le fionde per quanto possibile, aggiungere fisicità in difesa per fronteggiare squadre come Brescia”.
Vincenzo Esposito (coach Brescia): “Siamo soddisfatti perché abbiamo rispettato l’avversario e abbiamo giocato molto molto bene tutti. Ora riposiamo 48 ore perché ne abbiamo bisogno dopo un tour de force che dura da molto, poi inizieremo a preparare la gara con Sassari. Siamo soddisfatti della posizione attuale che abbiamo in classifica ma sappiamo che il campionato è ancora lungo e insidioso, vista anche la classifica corta. Importante sarà ragionare gara per gara, cosa che stiamo facendo piuttosto bene. Oggi abbiamo avuto la possibilità di ruotare anche gli ultimi giocatori della rotazione ma lo abbiamo già fatto in passato, sempre nel rispetto di alcune situazioni tecniche e di punteggio, come la differenza canestri. Oggi abbiamo avuto l’opportunità di schierare ragazzi validi e che ci danno una mano fin dal primo giorno. Anche se la cosa più importante per me è ciò che questi ragazzi ci danno in allenamento durante la settimana, in cui ci stanno dando una grandissima mano. Poi in campo non è facile, si può sbagliare come no ma non diamoci troppo peso, soprattutto per questi ragazzi giovani i quali comunque possono avere difficoltà a confrontarsi con la A1. Dare loro questi minuti è quindi un premio anche dal punto di vista del loro atteggiamento disponibile in palestra, oltre che parte di un piano di gestione delle energie che dobbiamo mettere in campo avendo giocato ogni tre giorni”.