In questi giorni complicatissimi per il nostro Paese e per il mondo intero, a causa della pandemia da COVID-19, il mondo dello sport s’interroga su quando si potrà tornare ad una parvenza di mentalità. Un dibattito molto acceso e dalle posizioni variegate, come evidenziato nella giornata di ieri dalle posizioni diverse espresse da un lato da Maurizio Buscaglia, favorevole a ripartire quando sarà possibile, definendola una ‘rinascita’, e dall’altro da Carlo Recalcati, il quale vorrebbe invece una cancellazione totale della stagione 2019/20.
Un versante sul quale si discute molto è quello della situazione economica che questo blocco prolungato provocherà alle varie società e al movimento tutto. Come da tanti sottolineato, non avendo il basket nostrano gli stessi introiti televisivi (nemmeno lontanamente) del calcio, dipendendo quasi totalmente dalle entrate derivate dagli incassi delle partite e dagli sponsor, questa serrata, purtroppo quasi con certezza, causerà danni ancora difficili da quantificare.
Sul punto si è espresso un totem del nostro basket, Pierluigi Marzorati, bandiera di Cantù (2 scudetti, 2 Coppe dei Campioni, 2 Intercontinentali, 4 Coppe delle Coppe ed altrettante Coppe Korac) e della Nazionale (argento alle Olimpiadi di Mosca 1980, oro agli Europei di Francia del 1983 e bronzo nelle edizioni del 1971, del 1975 e del 1985).
Interpellato da La Provincia, Marzorati si è espresso in questi termini: “Quando si ripartirà tutte le società, dalle più piccole alle più grandi, dovranno barcamenarsi. Sarà dura. Ad esempio, sarà praticamente certo che degli sponsor verranno meno. Infatti, quale azienda potrà investire soldi nello sport se dovrà ripartire? Tutti avranno difficoltà, come Cantù, che era partita bene ma adesso dovrà rimboccarsi le maniche“.