È il giorno del ritorno a casa di Paolo Moretti. A distanza di quasi quattro anni, toccherà a lui compiere un’impresa per certi versi ancora più grande di quella della promozione: “Sono positivo -sono le prime parole del coach pronunciate nel corso della conferenza stampa di presentazione di questa mattina- perché qui a Pistoia ho ritrovato tutto come l’avevo lasciato. Le cose e le persone importanti sono ancora tutte al proprio posto e indubbiamente non ci sarà da perdere tempo per conoscerci. La nostra attenzione deve essere tutta rivolta a queste sei partite: da parte mia dovrò cercare di fare un condensato e fare in modo che i giocatori accettino le mie scelte, anche quelle che, necessariamente, potranno andare a vantaggio di qualcuno e a scapito di altri. Dovremo riuscire a trovare dentro di noi la chiave per riuscire a risollevare la nostra stagione, senza guardare agli altri: la classifica ci dice che la situazione è difficile, ma siamo comunque ad appena una partita di ritardo da una delle dirette concorrenti e questo significa che lo spazio per provare a compiere l’impresa c’è”.
Moretti ha poi parlato di quella che sarà la sua ricetta: “Non c’è ovviamente il tempo per fare rivoluzioni -ha spiegato il tecnico- e del resto quando le cose non vanno probabilmente i motivi sono diversi. Ci sono aspetti tecnici, tattici e ovviamente psicologici. Cercheremo di ripartire da quello che di buono questa squadra ha dimostrato di saper fare, per poi provare o a far emergere aspetti che ancora i giocatori non sono riusciti a esprimere, o a ritirare fuori quegli aspetti che in alcuni sembrano perduti. Ci vorrà grande disponibilità da parte dei ragazzi, ognuno di loro dovrà accettare di sacrificarsi, ma questo è il prezzo da pagare se vogliamo provare a raggiungere l’obiettivo comune”.
Non poteva mancare uno sguardo al passato: “Ripensando ai miei sette anni a Pistoia -ha affermato Moretti- i ricordi positivi sono tantissimi. Se ci sono stati degli screzi, forse, ci sono stati proprio nel finale: purtroppo i tempi per una separazione erano maturi, ma l’avere ancora un anno di contratto che mi legava al club ha fatto sì che ci fossero quegli screzi che, fortunatamente, dopo anni, sono ormai superati e non hanno lasciato traccia. Adesso conta solo il presente: questa non è né un’operazione di marketing da parte della società, né una volontà di rilancio della mia carriera. Siamo tutti concentrati solo e soltanto su queste sei partite e per questo non abbiamo esteso l’accordo anche alla prossima stagione. A fine anno penseremo al da farsi, ma non prima”.
A fare gli onori di casa, Antonio Caso, consigliere delegato della società: “Paolo è un amico -ha affermato l’amministratore delegato di Per Dormire- e sono felicissimo di averlo nuovamente qua. Con lui abbiamo scritto ricordi indelebili nella storia del club e speriamo di riuscire a scriverne un altro”.
A fare eco alle parole di Caso, sono arrivate anche quelle del vicepresidente Alberto Peluffo: “Paolo si è dimostrato un gentiluomo, accettando di sedersi su questa panchina per sole sei partite, alla ricerca di un’impresa. Il suo ingaggio è l’ennesima dimostrazione che ci proveremo fino alla fine e non abbiamo voluto lasciare nulla di intentato. Non alzeremo bandiera bianca finché la matematica ci darà speranza”.
“Se c’è un allenatore in grado di ragiungere un obiettivo che a oggi sembra oggettivamente molto lontano -ha poi spiegato Giulio Iozzelli, responsabile dell’area tecnica- credo che sia proprio Paolo. E’ un tecnico carismatico, preparato e che conosce benissimo l’ambiente: certo, siamo consapevoli che stiamo inseguendo un miracolo sportivo, ma ci sono tanti esempi di imprese che sembravano disperate e che poi sono invece state compiute. È difficile, ma abbiamo il dovere di provarci”.