La pausa natalizia è l’occasione giusta per fare il punto sui progressi della Pallacanestro Prato Dragons grazie alla disponibilità del direttore sportivo Stefano Scarselli.
È un piacere scambiare alcune riflessioni.
“Mi piace parlare poco. Sono proprio l’opposto del protagonismo. Anzi, di solito parlo quando ci sono problemi…”
Dobbiamo preoccuparci?
“No, affatto. I nostri risultati, in termini di classifica, di sponsor, di giovani, parlano da soli ma c’è una cosa che mi frulla per la testa in questi giorni”.
Dicci un po’.
“Prato insegna a tutti la cultura del lavoro, ci insegna a vivere insieme e a collaborare. Prato è proprio una grande città: grande nei numeri, grande nell’industria. Non è grande nello sport”.
È una critica/autocritica?
“È un dato di fatto. Prato è grande ma non ha ancora un movimento sportivo alla sua altezza. Detto ciò, le prospettive sono incoraggianti, le ricadute positive per tutta la città evidenti, ma continua a mancarci qualcosa”.
Impianti adatti?
“Capisco che ci sono molti problemi, soprattutto oggi, ma quando per sostituire quel canestro rotto che ci è costato i playoff conquistati sul campo ci vogliono cinque mesi qualcosa non va…”
Non ci sono progressi?
“Siamo al punto zero. La Toscanini è inadatta oggi e se continuiamo così dovremo per forza spostarci. Non possiamo non ospitare tifosi delle altre squadre; non possiamo promuovere valori dello sport e non accogliere chi legittimamente vuol seguire la sua squadra del cuore in trasferta; non è certo colpa nostra ma è antisportivo. Chiediamo solo una casa più che per noi per tutta la pallacanestro cittadina perché auspico si possa continuare a crescere insieme. Comunque, non basterebbe solo quella per fare lo scatto in avanti. Sarebbe un punto di partenza su cui costruire qualcosa di più”.
Spiegati meglio…
“Qui a Prato ci manca un bel derby, tra due squadre pratesi, con tanti giocatori pratesi, costruiti e lanciati in casa. Una sfida di cui si parli 7 giorni prima e 7 dopo, con ironie annesse, un derby che possa richiamare media e sponsor. Ovviamente in un palazzetto dello sport strapieno”.
Hai avuto delle recriminazioni giuste e comprensibili, hai anche una proposta?
“Ci provo e mi limito alle soluzioni plausibili e non fantasmagoriche. Sono stato a vedere il derby di Livorno: lì giocano in un palazzetto da 8000 posti. Nulla di straordinario ma perfettamente funzionale. Noi siamo disponibili a contribuire a un percorso in tal senso, nell’interesse dei Dragons e di tutta la città, e spero vogliano partecipare anche le altre società pratesi”.
È una mano tesa?
“Se vogliamo crescere dobbiamo fare dei passi insieme, non tutti in ordine sparso. So che non siamo abituati a ragionare così ma se non cambiamo approccio e atteggiamento abbiamo poche speranze di puntare a livelli alti”.
Ufficio Stampa Prato Dragons