La Stella Azzurra Viterbo è una realtà molto importante nel panorama cestistico della Regione Lazio. Quest’anno la loro annata è terminata ala fine della regular season, mancando per soli due punti l’accesso ai Playoff della C Gold Lazio. La Redazione di Tuttobasket.net ha avuto il piacere di rivolgere delle domande all’head coach della Stella Azzurra, Umberto Fanciullo.
Allora Umberto, qual’è il tuo giudizio sulla stagione della tua squadra?
“Innanzitutto, il risultato, ovvero il mancato accesso ai Playoff, non può e non deve soddisfarci, essendo un obiettivo alla nostra portata. La Stella Azzurra Viterbo deve necessariamente piazzarsi tra le prime otto della C Gold laziale. Ma c’è anche un’altra verità che non va assolutamente trascurata, e mi riferisco alla miriade di infortuni che abbiamo patito nel corso della stagione, i quali non ci hanno mai permesso di avere il roster al completo. Questo non tanto per le partite in sé, quanto per gli allenamenti; il fisioterapista può anche farti il miracolo e permettere al giocatore di esserci in partita, ma lo farà senza essersi allenato, senza essere ben inserito nel sistema difensivo ed offensivo della squadra. E ciò alla lunga lo paghi. Non dev’essere un alibi, ma in una valutazione oggettiva non può essere taciuto
E può servirci anche per il futuro, nel senso di trovare un giusto equilibrio nella scelta dei giocatori. Giocatori che siano esperti della categoria ma che, in una stagione lunga e logorante, non incappino in infortuni muscolari. L’infortunio ovviamente non è mai preventivabile; ma nel nostro contesto, dove non esiste il professionismo, soprattutto i giocatori più esperti la mattina si alzano per andare a lavorare, e la condizione psico-fisica a lungo andare può risentirne. Se poi capita, e a noi quest’anno è successo sempre, che gli infortunati siano più di uno contemporaneamente, è impossibile trovare una continuità nel rendimento“.
Quali sono gli aspetti positivi e quelli negativi, eredità della stagione appena conclusa?
“Il lato positivo che ci portiamo dietro è quello di aver costruito un gruppo sulla carta competitivo il quale, in quel piccolo periodo che è riuscito a stare al completo, ha ottenuto sei vittorie di fila. Questo ci da la sensazione della bontà delle scelte; e chissà come sarebbe andata senza tutti quegli infortuni; probabilmente saremmo andati ai Playoff. Ma con il senno di poi è sempre facile parlare. In vista della prossima stagione, dobbiamo sicuramente incontrarci con la dirigenza per capire che tipo di stagione impostare, soprattutto dal punto di vista economico, e il budget delineerà i profili dei giocatori. E’ chiaro comunque che, da un lato, va valorizzato il settore giovanile; dall’altro, a mio parere bisogna investire quel budget su giocatori con un minimo di esperienza in questo campionato e, soprattutto, integri fisicamente.
Questo in modo da non ripartire il prossimo anno da zero, come accade troppo spesso da queste parti; ciò comporta di perdere almeno le prime sei o sette settimane a creare un sistema di squadra, quando invece si dovrebbe partire subito con una base solida. ‘Abbiamo passato una stagione a rincorrere la condizione ideale e, nel frattempo, i giocatori si infortunavano. Stefano Napolitano ed Angelo Toselli hanno stretto i denti tante volte, forzando sempre i tempi di recupero; ma l’assenza di allenamento per periodi lunghi non ci ha mai concesso di sviluppare la pallacanestro che avevo in mente e per la quale avevo puntato anche su di loro“.
Sono ormai tante le stagioni da allenatore della Stella Azzurra Viterbo. Che rapporto ti lega con questa società?
“Sicuramente molta riconoscenza, per me un valore fondamentale. Quando sono arrivato a Viterbo facevo l’assistente; venivo da esperienze di giocatore al massimo in C Silver, mentre da allenatore al massimo di Serie D. Quindi il fatto di avermi dato l’opportunità di allenare in Serie B, dopo due anni da assistente, per loro ha rappresentato una scommessa, avendomi messo nelle mani un contesto che, sulla carta, poteva apparire sovradimensionato, data la mia inesperienza. Poi abbiamo condiviso sempre le scelte, sotto ogni aspetto, sentendomi parte integrante del progetto; soprattutto una filosofia aggressiva, specchio di una realtà di provincia, ma con tanta volontà di affermarsi anche in un panorama nazionale.
Inoltre, conoscendo molto bene la realtà romana, dove per allenare devi scendere a qualche compromesso, a Viterbo questa situazione non c’è mai stata. Al contrario, sussiste una chiarezza ed una trasparenza dei rapporti che io considero davvero importante, essendo una persona di campo, istintiva, che apprezza il poter lavorare con persone delle quali sai sempre quello che pensano, nel bene o nel male; ed io, sinceramente, mi tengo stretto tutto ciò. Viterbo mi riconferma ogni anno, poiché io voglio sempre progetti bene o male annuali, volendo essere sempre libero non di andarmene, ma di scegliere di rimanere; dall’altra parte, comunque, dev’esserci la stessa libertà di scegliere Umberto Fanciullo oppure no. Io non sono legato alla panchina o al contratto, ma al progetto. Ogni anno siamo in grado di trovare qualcosa di nuovo, di più stimolante, che ci consenta di andare avanti“.
Passiamo adesso ad un aspetto che ti sta particolarmente a cuore: il lavoro con i giovani.
“Finalmente, da un paio di stagioni, le società di Viterbo, ovvero la Stella Azzurra che fa la C Gold, e le Ants che fanno la B femminile, hanno cominciato a collaborare su questo aspetto. Un lavoro che ha permesso di avere gruppi U14, U15 e U16 molto competitivi; non ancora per le fasce d’eccellenza, ma sicuramente per quelle elité e gold. Abbiamo provato a metter su un progetto di tre anni, con il quale ottimizzare al massimo le risorse ed avere giocatori ‘fatti in casa’, che possano poi esser pronti a disputare un campionato come quello di C Gold, quando avranno 17-18 anni. Io personalmente alleno l’U14 e seguo anche l’U15; siamo nelle prime otto del Lazio con l’U14, mentre con l’U15 stiamo preparando le Final Four.
Risultati che, per una realtà come la nostra che non fa reclutamento fuori, ma solo sul territorio, devono costituire sia un punto d’arrivo sia una base di partenza. Uno dei nostri grandi obiettivi è di creare un’appartenenza, una ‘viterbesità’, che possa portare in futuro ad una squadra composta magari per 8/10 da ragazzi del posto, e per il resto da giocatori che possano farti fare il salto di qualità, riuscendo anche a contenere i costi. Il tutto per riportare Viterbo tra le prime realtà del Lazio, come merita in base alla sua tradizione, prendendo spunto in particolare dal lavoro fatto a Latina“.
Chiudiamo con uno sguardo ai Playoff in corso di svolgimento. Un giudizio su quanto visto finora e un pronostico.
“Probabilmente i risultati sono abbastanza in linea con quelli che sono i valori del campionato, con l’unico esito forse un pò a sorpresa della Fortitudo che, nonostante il fattore campo a sfavore, ha eliminato il San Paolo Ostiense. C’è da dire che la Fortitudo, da Gennaio in poi, ha cambiato completamente volto; in più, quando aggiungi ad una squadra con gente come Barraco e Giannini, e con i giovani della Stella Azzurra, un elemento come David Hawkins, è un gran bell’andare. Ripeto, una sorpresa relativa, che ci può stare.
Sul pronostico, io credo che Grottaferrata stia confermando la solidità di un gruppo partito tre anni fa e che ha dominato il campionato, mentre Formia è sulla carta la squadra più forte e potrebbe avere la marcia in più, pur se adesso s’incrocia con la Fortitudo, e non sarà facile. Alla fine, comunque, credo che la finale più giusta sia Grottaferrata-Formia, e il pronostico non può non essere che incerto, diciamo 51-49 per Grottaferrata, avendo il fattore campo e un gruppo estremamente coeso. Ma Formia ha, oltre che giocatori a loro volta molto esperti, quello che a mio parere è il più forte del campionato, Coronini, capace di spostare gli equilibri di una serie“.
Ringraziamo la Stella Azzurra Viterbo ed Umberto Fanciullo per la disponibilità.