Le parole di coach Demis Cavina
Questa mattina, nella Club House di via Nenni, coach Demis Cavina ha incontrato i giornalisti di televisione, carta stampata e agenzie in vista della prossima sfida: domenica, palla a due alle 17, l’appuntamento è al Mediolanum Forum per la sfida con l’Olimpia Milano.
“Dopo appena sette giorni abbiamo uno stato d’animo completamente diverso rispetto a quello che avevamo dopo la vittoria con Treviso quando all’interno della società c’era grande esaltazione: oggi avvertiamo giustamente una sensazione diversa. Siamo arrabbiati per l’esito delle due partite che abbiamo giocato, ma vorrei fare una precisazione a livello personale: io sono lo stesso di dodici-tredici anni fa e se ricordate bene con tutti i pregi e i difetti in quei due anni fantastici per la Dinamo (in cui si era creata grande sinergia con la piazza, forse per la prima volta) ripetevo sempre la stessa cosa. Parlo di pallacanestro, non sono un allenatore che va sotto la curva, sono un allenatore che parla della propria pallacanestro e che vede nel gioco, nella squadra e nei giocatori l’unica maniera per migliorare, lavorando in palestra. Non sono cambiato perché è stata la mia forza, la mia idea è sempre che se la squadra non gioca insieme non si ottengono i risultati. Sono consapevole che nelle due sconfitte con Brescia e Prometey e nelle vittorie con Treviso e Reggio la differenza è stata la continuità del gioco. Può sembrare noioso parlare di crescita, amalgama e continuità ma è l’unica cosa che cerchiamo in questo momento. Mi dispiace quando percepisco qualche parere contrario o sofferenza ma sono anche contento che la squadra abbia la mia stessa idea. Le sconfitte fanno parte del gioco e la Dinamo ha un nuovo corso che può durare un mese, tre mesi, un anno o dieci: questa Dinamo è una squadra che deve essere ancora denominata in tanti aspetti, ha molte scommesse (forse più di altre stagioni) ma soprattutto ampi margini di crescita. Sappiamo che per vincere bisogna giocare meglio e con maggiore godibilità, come negli ultimi 20’ con Reggio di grande qualità o i 38’ di Treviso. Bisogna essere onesti con sé stessi in primis, io lo sono e questa squadra in tutta onestà deve ancora lavorare per essere chiama tale ma i primi a saperlo sono i giocatori. Vogliamo però parlare della prossima partita e i primi a essere arrabbiati siamo noi che vogliamo lavorare per trovare la continuità. Non cerchiamo attenuanti anche se il gruppo non è mai stato al completo, adesso abbiamo anche l’opportunità di cambiare e allungare le rotazioni, sarebbe stupido non provare a farlo: la nostra idea è quella che possiamo assolutamente fare meglio ma non permetto a nessuno di dire che non ci stiamo provando”.
A Milano affrontate i primi della classe, una sfida difficile già sulla carta…
“Vedo nella rabbia dei giocatori per le ultime due sconfitte il mio stesso sentimento, sono contento che arrivi in questo momento una partita difficile sulla carta perché abbiamo bisogno anche emotivamente di qualcosa di diverso e ci stiamo lavorando a livello tecnico e tattico. All’interno della squadra c’è grande compattezza, e le incazzature sono dettate dalla voglia matta di dare a questa Dinamo una continuità di risultati. Milano è una squadra che non ti dà la possibilità di fare niente di diverso, devi essere continuo nei 40’, al di là di quello che sarà l’andamento della partita non possiamo prescindere da un atteggiamento di continuità. Spero di avere notizie positive dall’infermeria e sono convinto che la mentalità con cui approcceremo sarà fondamentale e dovremo farlo senza perdere fiducia. Abbiamo dimostrato che le cose le possiamo fare, dobbiamo essere solo più concreti e continui e a Milano non possiamo sbagliare da questo punto di vista”.
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