Per celebrare i sessant’anni del club il capitano Jack Devecchi sceglie il suo speciale starting five Dinamo
Della fedeltà ha fatto il suo marchio di fabbrica cestistico e, nonostante i 35 anni appena compiuti, un quarto di storia Dinamo l’ha scritta anche lui. Ad oggi sono quattordici le stagioni e 633 le presenze, record attualmente difficili da eguagliare nel mondo dello sport. Capitan Jack Devecchi è uomo simbolo, ambasciatore dei valori societari e collante tra passato, presente e futuro biancoblu. In occasione dei sessant’anni del club gli abbiamo chiesto di individuare il suo speciale “quintetto”, alla fine è diventato uno starting five con un sesto uomo di lusso, composto da persone che hanno segnato le sue annate in maglia Banco di Sardegna, persone che lo hanno visto crescere ma sopratutto lo hanno aiutato a formarsi lungo il percorso iniziato nell’agosto del 2006, quando ancora i sei trofei conquistati in appena sei anni erano per chiunque solo un lontano e bellissimo sogno.
Tutto comincia così, con un traghetto in partenza da Livorno destinazione Olbia. Ad attendere quel ragazzo ventenne di Graffignana all’arrivo in Sardegna la proprietà di allora: “Una famiglia appassionata e innamorata della pallacanestro”, ricorda Jack, “la famiglia Mele è stata per me molto importante, ho trascorso con loro i miei primi anni in biancoblu, sia Luciano che Pinuccio mi hanno fatto sentire subito a casa, prendendosi cura di me. Quelle della Legadue sono state stagioni incredibili e passo dopo passo abbiamo conquistato i grandi riflettori della Serie A”. La guida tecnica durante la scalata verso l’Olimpo del basket è affidata a Meo Sacchetti, molto più di un semplice allenatore: “Abbiamo percorso assieme gran parte della mia carriera e ho avuto la fortuna di scrivere la storia di questo grande club insieme a lui. Lo considero un secondo padre, con il suo carisma e la sua autorità mi ha fatto diventare un vero giocatore professionista completando la mia crescita”. Cresce Jack e cresce la Dinamo, la svolta importante per la storia della società arriva nel 2011 con Stefano Sardara: “Grazie a lui e alla sua visione nuova e moderna della pallacanestro abbiamo raggiunto palcoscenici importanti e continuiamo ad essere negli anni tra le squadre di prima fascia sia in Italia che in Europa. Lo contraddistingue la sua voglia di vincere e la capacità di trasmettere a tutti questa mentalità, i tanti trofei in bacheca fanno capire di cosa sto parlando”. Stagione dopo stagione, trofeo dopo trofeo, dall’approdo sull’Isola fino al triplete l’immancabile compagno di viaggio ha un solo nome, Manuel Vanuzzo: “Con il tempo è diventato un fratello maggiore, siamo legati ormai da quindici anni, è il Capitano con la C maiuscola e con la sua esperienza mi ha insegnato cosa significa condividere uno spogliatoio e far parte di un gruppo. Rimarrà per sempre il mio Capitano”. Mondo Dinamo significa anche lavorare con dedizione lontano dai riflettori: “Forse in pochi lo sanno ma il fisioterapista Simone Unali è la vera anima del nostro spogliatoio, professionalità e goliardia sono i due aggettivi che mi vengono in mente per descrivere il drago”. Dal campo al dietro le quinte, Luigi Peruzzu è invece colui che Jack considera il fil rouge della sua carriera: “Fa parte della famiglia Dinamo da più anni di me e possiamo dirlo, ha fatto anche lui la storia di questa società. Pedina fondamentale dell’organizzazione, ha sempre dato il massimo per questo club e se so cosa significa il senso di appartenenza alla Sardegna lo devo soprattutto a lui”.
Famiglia, mentalità vincente, organizzazione, professionalità e identità, ecco la Dinamo del capitano.
Fonte: Ufficio Comunicazione Dinamo Banco di Sardegna