Squadre che non si iscriveranno ai rispettivi campionati: l’elenco si allunga, i rimedi pure. Basteranno? Troppe domande e incertezze intorno al mondo del basket, ecco il punto della situazione.
Era il 16 maggio, la conferenza del Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte si svolgeva per la prima volta la conferenza stampa all’aperto. Le sue parole, rispondendo ad un giornalista, erano indirizzate ai tifosi di ogni sport, ma hanno toccato le corde di tanti appassionati di pallacanestro. Corde di rabbia, delusione e rammarico. Parole che, se pronunciate prima avrebbero potuto evitare il domino di squadre che non si iscriveranno ai rispettivi campionati.
“Noi parliamo solo di calcio: lo sport deve ripartire tutto”. Musica alle orecchie di ogni sportivo. Peccato che qualche mese prima una nota del presidente Petrucci aveva già fatto suonare la sirena finale di tutti i campionati. Vero, avrebbe avuto poco senso riprendere a porte chiuse. Il basket è un’industria che si alimenta soprattutto dai palazzetti pieni, lontana da diritti tv con cifre a 5 zeri e sponsor plurimilionari. Magari sarebbe stato solo un rinvio, ma alcune squadre avrebbero potuto sicuramente trovare rimedi diversi con un po’di pazienza.
Secondo molti è mancato il dialogo tra le istituzioni. La grave emergenza sanitaria ha giustificato diverse falle ma col senno di poi resta amarezza, e non solo. Le incertezze sono ancora tantissime e ogni settimana arrivano tristi notizie di squadre che non si iscriveranno ai rispettivi campionati.
A fare da apripista è stata Agrigento, poi Palermo, Chieti e ancora altre compagini una dopo l’altra. Società annegate destinate a trascinare tutto il movimento cestistico locale verso il baratro. Molte squadre annunciano cambi di proprietà o lanciano disperati appelli di ricerca di main sponsor. Come se non bastasse, il valzer degli acquisti dei titoli sportivi è già in fase avanzata ai primi di giugno.
La situazione non è semplice, il divario tra le squadre rischia di diventare incolmabile. Le partecipanti ai campionati si riducono sempre di più e a pagarne di più le conseguenze sono le serie minori e i settori giovanili. Addirittura in Serie A1 è ancora aperta l’ipotesi di un campionato a sole 14 (!!) squadre.
Le risposte però sono arrivate. Il consiglio federale di due giorni fa ha approvato il lodo “Salva città“. Questa misura “mira a consentire di individuare nuove risorse umane e finanziarie per mantenere il livello di attività raggiunto nel medesimo territorio” proprio attraverso la valutazione del titolo sportivo raggiunto. Non solo, le iniziative federali intervengono anche a livello di liquidità economica.
Il mese di giugno sarà decisivo nel capire quali e quante squadre riusciranno a beneficiare delle tante misure messe in campo dalla FIP. Il basket nelle città d’Italia è troppo importante per sparire in questo modo e l’elenco delle squadre che non si iscriveranno ai rispettivi campionati deve necessariamente trovare un punto finale. Bisognerà ripartire, come sempre, da una sana e concreta programmazione.