È uno degli allenatori italiani con il curriculum europeo più ricco e blasonato: Andrea Trinchieri, classe 1968, da sette anni allena fuori dal Bel Paese preoseguendo un cammino costellato di successi. Per lui, miglior allenatore del campionato italiano per due anni di fila con la Pallacanestro Cantù (2009-10, 2010-11), tre titoli nazionali tedeschi alla guida del Bamberg in bacheca e sei trofei conquistati tra Germania Russia e Serbia. Dinamo Tv l’ha intervistato in esclusiva chiacchierando con lui di basket italiano ed europeo con un occhio all’emergenza attuale vissuta in tutto il mondo.
La chiave per il tecnico milanese è la duttilità: “Ogni anno è una nuova avventura, ogni squadra una nuova storia e quando inizi riduci tutto quello che ti può distrarre. Quando si parte, da rookie, si è duri e puri mentre crescendo capisci che ci sono diverse situazioni e diventi duttile. Io sono sette anni fuori dall’Italia ho allenato in Grecia, Germania, Russia e Serbia, ogni posto ha le sue peculiarità. Se avessi fatto le stesse cose in tutti questi anni sarei stato un allenatore meno efficace, non voglio ridurre il discorso all’avere successo o meno, non è alzare un trofeo il dato significativo. In questo sport puoi fare un ottimo lavoro e poi la palla può ballonzolare sul ferro e uscire: questo non significa che il tuo lavoro non sia stato eccellente. In questi anni mi sono evoluto, per me è una grande motivazione ogni anno trovare il modo migliore per riuscire a vincere e migliorare i mieri ragazzi. L’adattabilità è la componente più importante per avere successo”.
Il cammino del Trinka passa anche attraverso l’aver allenato giocatori che poi sono arrivati in Nba: “Ho avuto la fortuna di avere tanti giocatori che poi sono passati in Nba- Melli, Wanamaker, Theis, Miller- è sempre una sensazione dolceamara come quando un figlio cresce e deve andare via. Ma quando sai che è arrivato a un livello superiore devi andare oltre, riconoscere che sono giocatori che hanno dato tutto ed essere felice per il risultato anche se magari il giorno dopo non è facile”.
Coach Trinchieri non ha mai smesso di seguire il campionato italiano e ha un’idea precisa sulla stagione 2019-2020, interrotta a causa dell’emergenza Covid-19: “Si stava vivendo un campionato davvero interessante, molto, dopo anni sono arrivati dei nomi come quello di Teodosic, rubato al più grande palcoscenico d’Europa. Un campionato avvincente anche perché Milano non era dove voleva ma con l’Eurolega a 18 squadre è sempre più improponibile poter cannibalizzare il campionato nazionale. Ho visto una Dinamo eccellente, pazzesco se pensiamo a come giocava il Poz e come gioca la sua squadra sembra che abbia mandato ad allenare suo fratello oppure ci ha imbrogliato tutti (ride). È la squadra più pragmatica e più di sistema di tutti, la palla va dentro, i suoi ragazzi lo fanno benissimo e credono in quello che fanno. Quando si gioca così è facile vincere, poi nel vincere un titolo ci sono tante variabili però se Gianmarco da giocatore era genio e sregolatezza la sua squadra da allenatore non è sregolata anzi. Fa molto bene e lo fa con dedizione”.
Lo stop per la pandemia costringe tutto il mondo a una riflessione più ampia su tutti i settori, per il tecnico del Partizan un’opportunità per il movimento cestistico: “Credo sempre che in ogni crisi c’è un’opportunità, se in questo quadro rientrasse il basket ci sarebbe la possibilità per ripensare al campionato, alle regole, alle dinamiche. Servirà un dialogo aperto con tutti gli attori coinvolti ma potrebbe essere motivo di grande crescita, a patto di trovare un po’ di unità di intenti da parte di tutte le parti”.
Comunicato a cura di Ufficio Stampa Dinamo Banco di Sardegna.