Nella discussione che sta animando in questi giorni il panorama italiano del basket, vale a dire sul se sospendere definitivamente la stagione (come fatto dalla Fip per i Comitati Regionali) oppure cercare, presto o tardi, di ripartire e concluderla, s’inseriscono le dichiarazioni di Tomas Van den Spiegel, presidente ULEB ed ex, tra le altre, di Fortitudo Bologna, Virtus Roma ed Olimpia Milano.
Il 41enne belga ha rilasciato un’intervista ad Enrico Schiavina, Corriere di Bologna, toccando vari argomenti, in primis quello economico: “La situazione è gravissima” – ammonisce – “Abbiamo paesi nei quali i campionati sono già stati definitivamente sospesi, mentre in altri si spera di poter riprendere tra maggio e giugno. Chiaramente, a seconda delle decisioni dei vari governi, verranno adottate soluzioni diverse; ma per tutti, economicamente parlando, sarà un disastro“.
“L’EuroLeague vuole provare a ripartire, così come la Champions non ha ancora deciso cosa fare. Difficile, ma li capisco” – prosegue Van den Spiegel – “Tutti siamo impreparati e ci siamo contraddetti, in un modo o nell’altro. Come tra l’altro i politici di tutto il mondo“. Il nativo di Gand riporta poi l’esempio delle federazioni belga ed olandese: “Il basket, pur di sopravvivere, farà di tutto. Belgio ed Olanda compiranno un passo storico, unendo i rispettivi campionati. Una decisione presa già prima dell’esplosione della pandemia, per provare ad unire le forze“.
Il focus passa poi sull’Italia, e Van den Spiegel si dice contrario ad un’eventuale assegnazione dello Scudetto alla Virtus Bologna, nel caso non si dovesse riprendere a giocare: “Per me sarebbe uno ‘scudetto di cartone’. C’è però da aggiungere che, dovunque, serve una classifica finale per determinare retrocessioni, promozioni e posti nelle coppe. Non so se in Italia si potrà riprendere o no, e non voglio dare consigli; certo è che è il Paese più avanti nella pandemia e, probabilmente, quello con più chance di tornare prima ad una certa normalità“.
Per il due volte Campione d’Europa con il CSKA Mosca, però, il giocare anche d’estate non deve andare a discapito del 2020/21: “Ok giocare a giugno, ma c’è un limite, soprattutto in paesi come Italia, Grecia o Spagna. Ma non mi riferisco soltanto al caldo. Pur essendo al momento impossibile ogni previsione, non si può andare troppo in là con le partite, mettendo a rischio la prossima stagione“.