Peppe Poeta parla a Fabrizio Barbieri su “La Provincia” della retrocessione della sua Vanoli: “È un grande dispiacere “Non mi era mai capitato e speravo non accadesse proprio ora con la maglia di Cremona. Da un lato è un dolore, dall’altro consapevolezza che abbiamo fatto il massimo. Dico ‘abbiamo’ perchè sia in campo che in società c’è stato il massimo impegno. Gli sforzi sono stati totali. Non siamo stati fortunati e abbiamo fatto degli errori, è inutile nascondersi. Gli infortuni non ci hanno mai lasciato in pace. Ma anche nel momento peggiore la società è stata perfetta. Non bisogna sempre valutare le cose in base ai risultati. Questa è una realtà sana e seria. Non c’è mai stato un ritardo nei pagamenti. L’immensa passione di Aldo Vanoli e della sua famiglia, gli imprenditori che hanno dato una mano sono un esempio”.
Per la prima volta in carriera anche lo stesso playmaker campano ha avuto a che fare con parecchi infortuni: “È la prima volta in carriera che mi è capitato di fermarmi per più di una partita. Non è girato bene davvero nulla. Nel corso dell’anno qualche assenza è normale, ma noi abbiamo avuto un problema via l’altro. Prima i guai di Miller, poi i miei a metà stagione e nella parte finale quelli di Pecchia. Tante gare saltate che si sono unite a quelle saltuarie di un po’ tutto il gruppo. Non ci hanno permesso di essere competitivi, anzi no. Perchè competitivi lo siamo sempre stati, ci è mancato il cinismo di chiudere certe partite. Quello sì. Sarebbe bastato poco”.
Poeta individue poi un paio di momenti chiave della stagione: “Il primo nelle due sconfitte casalinghe contro Brindisi e Pesaro di fila nel girone di andata. Il secondo nel ritorno con i ko in trasferta a Pesaro e Varese. In quelle quattro gare credo si sia deciso tutto. Sarebbe bastato vincerne due e ci siamo andati vicino, per poter restare in corsa fino alla fine. Purtroppo quelle sono state le fasi che hanno ucciso il campionato”.
Poeta ha poi sottolineato la competitività di questa Serie A: “Il livello si è alzato in modo importante. Credo che Milano e Virtus abbiano fatto da traino a tutto il movimento. Un movimento che è cresciuto, si è strutturato e in questo momento vedo al secondo posto in Europa dietro a quello spagnolo”.
E sul suo futuro? “Tirerò le somme con calma a giugno. Non si prendono mai decisioni a caldo. Nelle gambe mi sento ancora un paio di anni di basket, infatti il contratto con la Vanoli questo diceva. Poi però la stagione mi ha messo di fronte a tante cose. Vedremo”.