In una lunga intervista concessa ad Andrea Tosi su “La Gazzetta dello Sport”, Matteo Spagnolo ripercorre gli inizi della sua giovane carriera: “Avevo quattro anni quando mi hanno avviato al minibasket all’Aurora Brindisi. La mia prima allenatrice, fino agli esordienti, è stata Rosaria Balsamo. Questo sport fa parte del DNA di famiglia, mio padre Fabio è stato allungo un giocatore delle serie minori pugliesi. Poi il basket è diventato subito la mia vita. A 13 anni sono andato alla Stella Azzurra di Roma. Mi avevano notato a un torneo. L’anno dopo ho esordito in Serie B, poi sono arrivate le Nazionali giovanili”.

La vera svolta è arrivata successivamente con il Real Madrid: “Non me lo aspettavo. Con la Stella Azzurra ho giocato tanti tornei in giro per l’Europa affrontando anche i giovani del Real. Ricordo un paio di partite a Tenerife e a Belgrado dove ho fatto bene. Un giorno mi dicono che il Real mi vuole, è stato Alberto Angulo (ex giocatore della Spagna) a segnalarmi. Tutto è successo in fretta. A 16 anni ero a Madrid in un centro sportivo futuristico che non potevo immaginare. Ho giocato nella seconda squadra e intanto mi sono diplomato al liceo internazionale dove ho potuto approfondire le lingue straniere. Presto ho iniziato ad allenarmi con la prima squadra di coach Laso. Guardavo e imparavo da Llull e Campazzo”.

Spagnolo tiene giustamente aperta la porta alla NBA: “Mi seguono, lo so. È un sogno che spero di realizzare. Prima tifavo LeBron, ora il mio modello è Doncic perché vorrei essere come lui, un giocatore totale che va oltre il proprio ruolo. È probabile che invierò alla NBA la lettera per entrare in anticipo al prossimo draft. Col mio agente stiamo valutando tutte le opzioni ma ci prendiamo tutto il tempo (il termine ultimo è il 24 aprile, ndr) prima di decidere)”.

Prima dell’America, c’è comunque la nazionale e il suo impegno questa sera in Islanda: “La maglia azzurra è un onore, spero di indossarla a lungo. Se guardassi al futuro prossimo vorrei fare il mio Triplete personale: Europeo, Mondiale e Olimpiade con questa Italia che è un bel gruppo. Un passo alla volta, però”.

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