Il COVID-19, tornato ad abbattersi con forza al termine dell’estate su tutta Italia e nel mondo, sta giocoforza condizionando questi primi mesi di 2020/21, tra masse di giocatori e membri degli staff positive e partite conseguentemente rinviate, andando ad ingolfare calendari già intasati. Fermandoci alla nostra Serie A, la maggioranza delle voci allontanano con forza ogni ipotesi di stop al campionato, spinti principalmente dal timore di perdere gli introiti degli sponsor.
Proposte come quelle di Ettore Messina, coach dell’Olimpia Milano, ovvero interrompere solo le Coppe Europee, pensando prima a finire i campionati nazionali, riprendendole quindi in Primavera, quando si spera che l’emergenza COVID-19 risulterà superata o almeno meno critica, stanno ottenendo sempre più consensi.
Controcorrente, invece, va Luca Baraldi, AD della Virtus Bologna. Intervistato da Nicola Zanarini per il Tg Regione Emilia Romagna, Baraldi ha sottolineato come, a suo parere, non sussistano in questo momento condizioni di alcun tipo che giustifichino il prosieguo del campionato, proponendo di fermare le competizioni, per poi ripartire nel 2021, possibilmente con il pubblico sugli spalti.
“In questo momento mancano le tre condizioni fondamentali per fare sport, ovvero le condizioni sociali, economiche ed etiche” – dice netto Baraldi – “Sotto il primo aspetto, non abbiamo il pubblico e non si riesce a dare soddisfazione alla tifoseria. Non si creano neanche le condizioni per i giocatori, che non vivono la partita come dovrebbero e questo è dimostrato anche dal fatto che mai come quest’anno abbiamo vinto tante partite in trasferta“.
“Sotto l’aspetto economico, ci facciamo solo del male, anche davanti agli sponsor, non avendo introiti economici” – continua – “Sotto quello etico, quindi, va detto che tutti i club di Serie A hanno avuto e hanno giocatori positivi, chi più chi meno. Continuando ad andare in giro aiutiamo il virus a circolare. Non parlo solo dei giocatori, ma anche dei dirigenti, degli accompagnatori, del personale di ogni società. Così facendo, mettiamo a rischio loro e le loro famiglie“.
Ecco dunque la proposta di Baraldi: “Quello che non capisco è perché non ci si possa fermare uno o due mesi, aspettando che questo lockdown a colori che stiamo facendo in Italia faccia effetto, per poi riprendere. Così potremmo trovare anche format diversi per finire la stagione regolarmente, magari con il pubblico. Anche a marzo scorso eravamo d’accordo nell’interrompere il campionato, mentre non lo eravamo per niente riguardo la decisione di annullare la stagione“.