Nella giornata di ieri, il board dell’ECA ha alzato bandiera bianca dinanzi alla pandemia da COVID-19, annunciando la sospensione definitiva della stagione 2019/20 per le due più importanti competizioni europee per club, l’EuroLeague e l’EuroCup. Una decisione che chiude definitivamente l’annata anche di Olimpia Milano, Virtus Bologna e Reyer Venezia che, dopo lo stop definitivo del campionato, deciso dalla Fip lo scorso 7 aprile, erano appunto in attesa della mossa dell’ECA.
A proposito di Virtus Bologna, l’AD Luca Baraldi, raggiunto da La Repubblica, ha commentato la scelta dei vertici della pallacanestro europea. “Nessuna sorpresa. Due mesi fa predissi che sarebbe finita così e penso sia pure giusto e corretto” – spiega – “In Europa non si poteva giocare, essendo troppo diversi da paese a paese i livelli della pandemia. E’ stato giusto aspettare ed è stato giusto decidere così“.
Baraldi non lesina una frecciata ai vertici nazionali: “Perfetta, l’Eurolega. Mica come in Italia… Fip e Lega, qui da noi, si sono fatti prendere da un’incomprensibile fretta. Avessimo aspettato il 16 maggio per decidere, come ci si era accordati, oggi forse saremmo alla vigilia del ritorno in campo, come la Germania o la Spagna. Isolandosi in Sicilia o in Sardegna, con le formule adeguate, questo campionato si poteva finire. Peccato, alla Virtus lo ricorderemo come un anno maledetto“.
Baraldi conferma che la società felsinea ha avanzato richiesta di partecipazione alla prossima EuroLeague, nel caso qualcuna delle 18 decidesse di tirarsi indietro. “Sinceramente, la conferma delle 18 squadre partecipanti all’EuroLeague 2019/20 era cosa scontata” – commenta l’AD della Virtus – “Il punto adesso è capire se tutte vorranno partecipare alla prossima edizione. Se lo faranno, non avremo alcuna possibilità. In caso contrario, l’istanza di partecipazione l’abbiamo inviata 10 giorni fa“.
“Detto ciò, le nostre strategie muteranno” – conclude Baraldi – “Dallo stop deriveranno meno introiti, meno investimenti, un budget rivisto. Il nucleo della squadra c’è, anche se con l’EuroLeague avremmo proceduto diversamente. Poi, a sentire certe cifre in giro, qualche giocatore non l’ha mica ancora capito che è cambiato il mondo“.