“È dal giorno in cui è uscito il calendario che ho cerchiato in rosso questa data, sarà un accavallarsi di emozioni, non sono mai entrato al Taliercio da avversario”, dice Davide Casarin a Michele Contessa su “la Nuova di Venezia e Mestre” in merito alla sfida della sua Tezenis Verona sul parquet dell’Umana Reyer Venezia.
“È la mia seconda casa – prosegue Davide – forse il luogo dove ho trascorso più tempo, dove sono cresciuto come giocatore. Sarà bello rivedere tante persone, dal patron Brugnaro fino a Neddo e Stefano, i due custodi, e un’infinità di persone, De Raffaele che mi portò in prima squadra a 15 anni a Bramos, Watt e De Nicolao con cui ho trascorso tantissimi giorni dentro e fuori il palasport, ma anche Chillo con cui ho giocato per alcuni mesi a Treviso. Papà Federico? Cercherò di non passargli davanti in panchina”.
Proprio con papà Casarin, che è il presidente dell’Umana Reyer Venezia, c’è un legame profondo: “Ci sentiamo tutti i giorni, quest’anno abito a Verona, non deve più venire a prendermi alla fine degli allenamenti per portarmi a casa. E poi ci saranno tanti amici sulle gradinate, tutti i miei familiari, dai nonni alla mamma, mio fratello Andrea sarà invece in giro per il Taliercio. Per chi tiferanno? Credo proprio per me, papà ovviamente escluso”.
Alla Tezenis Verona ha sicuramente trovato il luogo ideale per emergere: “Stavo attraversando un periodo difficile, la chiamata di Verona fu quasi un fulmine a ciel sereno, mai scelta fu però più azzeccata. Verona è l’ideale per migliorare, sul piano sportivo è stato fantastico conquistare la promozione in Serie A. Mi sono stati tutti vicini fin dal primo giorno. Se ci fosse stata la possibilità di rimanere, sarei rimasto, e questo è accaduto”.
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