No, la proprietà della Virtus Roma non ha nessuna intenzione di retrocedere. E lo ha dimostrato intervenendo pesantemente sul mercato, rinnovando il pacchetto esterni ed allungando il roster.
È appurato che la società capitolina non navighi nell’oro, ma bisogna riconoscere lo sforzo economico fatto dal patron Claudio Toti, nel tentativo di vedere la sua squadra calcare i campi di Serie A anche nella stagione 2020/2021.
Sfruttando la voluminosa sosta al campionato, dettata da cause sportive e non, la Virtus Roma ha tesserato la guardia statunitense Jaylen Barford, proveniente da Pesaro, e dal campionato cinese sta giungendo a Roma Corey Webster, un nome che gli abitanti dell’Urbe difficilmente si sarebbero aspettati.
L’esterno neozelandese è stato una delle rivelazioni dei Mondiali 2019, nel quale è stato il terzo miglior scorer con quasi 23 punti di media. Con ogni probabilità sarà lui il nuovo playmaker della squadra di Bucchi se si considera la partenza di Jerome Dyson, destinazione Bologna sponda Fortitudo.
Con il suo arrivo, Roma aggiunge al suo scacchiere una pedina pesante, che di certo non tranquillizza gli animi delle concorrenti. A patto che le condizioni fisiche siano buone, il coach bolognese ha fra le sue mani un potenziale crack, la cui gestione però dovrà essere assolutamente amministrata meglio rispetto a quella di Dyson, che da capitano ha fatto una stagione considerevolmente al di sotto delle aspettative. D’altro canto, Webster dovrà subito dimostrare di essere in grado di prendere le chiavi della regia, lui che è alla prima esperienza europea in carriera. Le sorti della stagione capitolina passano anche per la sua velocità di adattarsi allo stile di gioco del vecchio continente, dove molti che fuori fanno faville deludono.
Per quanto riguarda Barford, nonostante il suo arrivo sia passato un po’ in secondo piano, garantisce sicuramente una maggiore pericolosità offensiva. Fra i suoi difetti, sicuramente non c’è quello di non saper far canestro. Da rivedere il carattere e l’intensità difensiva, ma quelli saranno affari degli addetti ai lavori.
Il tesseramento della guardia del Tennessee, oltre alle qualità sopracitate, rappresenta per Roma un upgrade anche e soprattutto dal punto di vista numerico.
Barford, infatti, va a sostituire nel roster il quasi mai utilizzato Liam Farley, che rimane disponibile per gli allenamenti. Aumenta, quindi, il numero di giocatori nelle rotazioni, passando da 9 a 10. Soprattutto sul perimetro, dove potrà disporre di ben 6 (7 con White) giocatori, le scelte di Coach Bucchi non saranno più limitate come poteva essere nella prima parte di stagione. Grazie al nuovo innesto saranno ridotti i minutaggi di Kyzlink e Buford che, anche a causa dell’instabilità fisica di Rullo, hanno troppo spesso superato i 30 minuti sul parquet.
Insomma, in casa Virtus ora devono parlare i fatti. Invertire il disastroso trend di 8 insuccessi consecutivi è un imperativo, anche perché negli specchietti retrovisori l’ombra della retrocessione si fa sempre più ingombrante. Le due nuove aggiunte hanno notevolmente alzato il livello del roster capitolino, che però non è l’unico ad aver subito mutazioni. Trieste, forte dell’entrata in corsa del main sponsor Allianz, è intervenuta pesantemente sul mercato firmando Cooke, Washington ed Hickman. Neanche Pistoia è rimasta a guardare: l’arrivo di Randy Culpepper (che rimpiazza Dowdell) mette paura alle contender, nonostante l’organico della squadra toscana sembri ad oggi quello meno attrezzato (Pesaro a parte, naturalmente).
Ordinanze extra-campo permettendo, la lotta salvezza sta per ricominciare. La VL sembra già rassegnata, ma l’ultimo posto utile (si fa per dire) per la retrocessione è ancora tutto da decidere. Pistoia, Roma e Trieste le prime candidate. Ma anche Cantù, Reggio Emilia e Treviso fanno bene a guardarsi le spalle.
Marco Fasano