“To fix” è un forestierismo di natura anglosassone, traducibile in italiano con i verbi “risolvere”, “correggere” o “aggiustare”. L’oggetto di queste azione è spesso un problema, un errore o un generico malfunzionamento di qualsiasi oggetto o cosa.

E di malfunzionamenti in casa Virtus Roma non ne possiamo contare poi troppi, in quanto la classifica odierna (che recita 5 vittorie in 9 partite) sorrida ai capitolini più di quanto ci si potesse aspettare quest’estate ai nastri di partenza.

Domenica scorsa nel posticipo serale Dyson e compagni hanno inflitto alla VL Pesaro la nona sconfitta consecutiva ( e stagionale). Successo di un’importanza vitale per Roma, nonostante i problemi fisici di Dyson e Jefferson in settimana, e altra tesserina incastonata nel mosaico salvezza.

Quello che però non ha convinto pienamente i tifosi di fede virtussina è stata la maniera in cui la squadra ha portato a casa i due punti. La pietra sulla vittoria è arrivata soltanto ad un minuto dalla fine con le triple di Kyzlink e Buford, e si pensava fosse più agevole sconfiggere un team non solo ricchissimo di inesperienza, ma anche orfano dei lunghi Chapman (fuori dalla gara nel primo quarto a causa di un infortunio alla caviglia) e Totè (fuori dal 18 ottobre scorso per una frattura alla mano).

La verità è che gli uomini di coach Bucchi, offrendo questo tipo di prestazione, avrebbero perso contro molte squadre di Lega A, e già nella prossima gara contro la Delonghi Treviso dovranno alzare l’asticella. La Virtus Roma dovrà assolutamente aumentare il ritmo per riuscire a sfruttare pienamente il doppio impegno casalingo e continuare a coltivare il sogno Final Eight.

In particolare sono state selezionate 3 aspetti che dovranno essere migliorati, ritrovati ed aggiustati nella sfida contro i ragazzi di Menetti:

  1. DIFESA (E RIMBALZI): Va bene, la Carpegna Prosciutto non è assolutamente l’ultima squadra per quanto riguarda i punti realizzati (80.9 di media a partita, quasi pari a quella di Milano), ma la performance difensiva della Virtus è parsa insufficiente. I troppi liberi (39) concessi ad una squadra senza i suoi due lunghi migliori (almeno per quanto riguarda i numeri), ed una difesa eccessivamente permissiva lungo il perimetro, che spesso lasciava ai marchegiani tiri aperti, hanno permesso a Pesaro di rimanere a galla . A sorridere alla Virtus Roma sono state le percentuali della VL, in particolare quella dietro l’arco (24%). Nel caso in cui la giornata al tiro degli uomini di coach Perego fosse stata un pelo più fortunata, per Bucchi e i suoi ragazzi ci sarebbe stata più di qualche gatta da pelare. I capitolini sono sembrati distratti anche a rimbalzo, concedendo ben 22 rimbalzi offensivi agli ospiti, e permettendogli una serie di secondi tiri che non hanno permesso alla Virtus di dormire sonni tranquilli. Insomma, Roma è assolutamente costretta ad alzare l’intensità difensiva, poiché domenica arriveranno nell’Urbe attaccanti di altissimo livello (Logan su tutti) e difendere in questo modo sarà sinonimo di tornare a casa a mani vuote, per Dyson e compagni.
  2. IL CONTROLLO (E LA CHIUSURA) DELLA PARTITA: Sia chiaro, Roma ha trovato il vantaggio al 10’ minuto e da quel momento non lo ha più lasciato. Ma è un vantaggio che difatto non è mai andato oltre gli 8/9 punti, e la possibilità di una improvvisa rimonta di Pesaro è sempre stata una minaccia reale per la squadra di casa. Rimonta che poi è andata ad un punto dal concretizzarsi sui liberi di Paul Eboua a un minuto e 14 secondi dalla fine, quando un 2/2 avrebbe ristabilito l’assoluta parità. Contro la squadra veneta, Roma dovrà sfruttare con molta più convizione i momenti di calo avversari e, in caso di vantaggio, non dovrà per nessun motivo lasciare agli uomini di Menetti possibilità di recupero.
  3. L’ATTACCO ALLA ZONA: La fulminea rimonta di Pesaro nel finale di partita è stata frutto, oltre alla produttività in attacco, anche di un’organizzata difesa a zona che ha messo in difficoltà per qualche minuto la fase offensiva di Roma. L’apice di queste incertezze offensive è stato probabilmente la palla mandata direttamente in parterre da Baldasso, che ha causato più di qualche preoccupazione in campo, in panchina e tra gli spalti dell’EUR. La sensazione è che nel continuo del campionato molte squadre si disporranno a zona per limitare le fulminee penetrazioni degli esterni romani (Fra tutti Dyson), e Roma dovrà a tutti i costi farsi trovare preparata, attaccando con lucidità ed ordine e limitando le palle perse.

Marco Fasano