Pronto per l’ennesima avventura con la Nazionale, Amedeo Tessitori ha rilasciato un’intervista a Fabrizio Fabbri sul “Corriere dello Sport” partendo dalle origini, dalla scelta da bambino di giocare a basket: “Non per l’altezza, ma per comodità della famiglia. I miei due fratelli praticavano la pallacanestro e il gruppo della mia età si allenava prima di quello dove giocava il Tessitori di mezzo. Così mamma o papà non dovevano fare troppi viaggi per portarci e venire a riprenderci”.
La carriera di ‘Tex’ è stata una scalata continua, frutto comunque del lavoro quotidiano: “Ho nel DNA un pizzico di talento anche io, magari un po’ di meno rispetto ad altri giocatori… Ho rubato tempo a quelle che da sempre sono le priorità dei ragazzi chiudendomi in palestra per allenare fisico e gesti. Non si inventa nulla, bisogna lavorare duro per stare a certi livelli”.
Infine, si parla di Teodosic e del privilegio nel giocare assieme a lui: “Devi imparare a capirlo in fretta. Lui anticipa di uno, due secondi quello che fa qualunque altro giocatore. Dopo un passaggio non preso, una pallonata sul naso e un suo sguardo cattivo, ci inizi a entrare in sintonia. Ma ancora oggi delle volte vado in difficoltà perché supera…l’immaginazione. Il suo modo di giocare rende più forti tutti”.
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